D’Annunzio e la Cina
A partire dal secolo XVIII si sviluppò in forme sempre più articolate e suggestive la contaminazione estetica che l’Europa aveva deciso di realizzare. All’interno delle importanti dimore aristocratiche europee non potevano mancare spazi consacrati al gusto dell’Oriente, al piacere estetico provato di fronte alle opere d’arte cinesi: dipinti su carta, seta, vasi e sculture. In alcuni casi le pregevoli opere realizzate su carta o seta provenienti dalla Cina, venivano direttamente ricomposte all’interno degli spazi delle ville e dei palazzi che in questo modo, con grande fierezza potevano esibire spazi in stile cinese caratterizzati spesso da autentiche porcellane.
L’impegno degli artisti e degli artigiani era anche profuso nella creazione di dipinti, sculture e architetture ispirati allo stile cinese: dal Salottino di Porcellana della Reggia di Portici (ricostruito a Napoli al Museo di Capodimonte), fino alla tedesca Chinesische Haus del Palazzo di Sanssouci a Potsdam, gareggiavano in tutta Europa, da nord a sud, qualificate maestranze impegnate nella realizzazione di affascinanti spazi ispirati all’Oriente.
Tutto questo, come ben sappiamo, ha trovato un fertilissimo rinnovo formale a partire dalla metà del secolo XIX, culminando alla fine del medesimo con le “nuove” forme del Liberty che dall’Inghilterra alla Sicilia, hanno conquistato gli occhi di tutti.
L’esposizione dal titolo D’ANNUNZIO E LA CINA, ospitata all’interno degli spazi museali del Vittoriale degli Italiani, ricostruisce suggestioni lontane, percorsi di stile e di vita che dall’Oriente si spostano all’Occidente attraverso un polifonico dialogo nato dalle voci di alcuni artisti contemporanei cinesi e italiani. La magica dimora di Gabriele d’Annunzio, labirinto inestricabile di stile, arte e vita, capace di sinestesie raffinate, universo degli oggetti che custodiscono la memoria del tempo, è uno spazio in cui vivono preziose testimonianze artistiche antiche, legate all’Oriente. Numerosi sono i tessuti, le ceramiche, le porcellane, i bronzi, le giade, le sculture in legno ed i mobili provenienti dalla Cina, che caratterizzano i differenti ambienti della grande dimora. L’esotismo che possiamo gustare all’interno degli spazi del Vittoriale degli Italiani non è solo quello suggerito dagli oggetti antichi ma è anche nell’architettura di alcuni ambienti che vivono fortemente la contaminazione con il pensiero e l’estetica cinese, che l’Art Decò non ha mai dimenticato (la stanza della Cheli insieme agli spazi del Museo di d’Annunzio Eroe, con le loro forme e colori sono un esempio eloquente).
Il dialogo con l’Oriente presente all’interno della mostra D’ANNUNZIO E LA CINA, ha voluto ritrovare nelle forme dell’arte contemporanea, una strada ed un ponte prezioso fra le culture: gli artisti cinesi da noi scelti hanno voluto presentare opere molto diverse, realizzate con tecniche eterogenee (disegni, dipinti, sculture, fotografie e video). Con grande emozione, da lontano, si sono avvicinati al complesso mondo di d’Annunzio, leggendone i molteplici stimoli, le suggestioni, le invenzioni, la delicata poesia e nelle opere da loro prodotte, hanno indagato il tema della figura, del corpo, della natura, della storia, in un rapporto reinventato con il grande poeta italiano.
Molte delle opere realizzate dagli artisti cinesi presenti in occasione dell’esposizione sono nate nel corso del 2024 mentre altre da noi scelte, provengono da un tempo diverso, ma esprimono riflessioni preziose legate al tema della figura, del corpo, del rapporto fra l’uomo e la natura e del paesaggio.
Geng Xue, Fei Jun, Shen Jingdong e Ren Rong, sono artisti cinesi molto noti (i primi tre hanno partecipato alle passate edizioni della Biennale di Venezia). Geng ha creato nel 2013 un video emozionante dal titolo Mr. Sea dove figure di manichini in porcellana cinese si animano poeticamente nella danza della vita; Fei, sempre con la forma del video, nell’opera dal titolo Garden of Livings (realizzata nel 2023), racconta il fascino delle forme della natura. Shen Jingdong con l’opera Drago bambino realizzata nel 2023, crea un racconto ironico in cui la giovane figura e il drago ci osservano teneramente. Il tema della figura-natura è presente nella scultura bifronte dal titolo Passato e futuro, realizzata in ferro nel 2005 da Ren Rong: è un’opera dalla struttura sottile e dalla patina che pare antica, capace di produrre anche dei suoni, se viene toccata. Di particolare sensibilità sono le differenti opere realizzate da alcuni artisti cinesi nell’utilizzo del supporto cartaceo, molto caro alla tradizione orientale, nella rappresentazione del tema legato alla natura: l’inchiostro di Gui Ming, l’acrilico su carta di Huang Ting, la tecnica mista di Jiang Yongyan e di Zhang Hehong.
Di particolare suggestione appare l’incisione in calcografia creata nel 2022 da Wang Nanhao dal titolo L’attesa: in primo piano appare una lampada sospesa nell’ambiguo gioco fra spazio interno ed esterno dove sullo sfondo (con grande sorpresa) si apre un paesaggio che nel suo profilo sembra ricordare la vista che si gode dalla dimora di d’Annunzio, verso il lago. La materia della pittura realizzata su tela, ha trovato nelle opere di Bao Fusheng e Wu Xunmu, grandi vibrazioni nel racconto gestuale del paesaggio mentre nel dipinto di Yu Andong, tutto si ricompone figurativamente nel segno di una architettura difensiva cinese, notissima. Anche la fotografia presente qui in occasione di questa esposizione, ha trovato interpreti di valore che sul tema della figura-natura-oggetto (Xu Bangte), del paesaggio (Duan Dayong e Li Yaohua) e degli oggetti (Ou Wenting e Li Yuqin), ci mostrano la loro visione contemporanea. Il racconto si rinnova nelle opere video di Lin Fangsuo, Sun Yue e Zhang Wenzheng, una ricerca preziosa non sempre di facile lettura, capace di raccontare la vita e l’arte nella loro ricchezza e drammaticità.
D’ANNUNZIO E LA CINA è un grande viaggio, una esposizione polifonica fatta di racconti che provengono dall’Oriente come pure dall’Occidente: vicine alle testimonianze degli artisti cinesi sarà possibile osservare alcune opere di artisti italiani da noi scelti per la loro diversità ed intensità, realizzate nel disegno, nella pittura, nella scultura e nel video. L’opera su carta di Giuliana Storino dal titolo Il vento scrive, come pure il polimaterico Ascolta. Piove realizzato da Andrea Bertoletti (opere entrambe nate nel 2024), sono materia nata dalla poesia, capace di tradurre il pathos lirico di d’Annunzio nel respiro della natura. Tutto questo accade anche nel lavoro di Rosita Taurone dal titolo Antotipia, realizzato nel 2022: una monocroma sintesi che coglie il respiro vegetale.
La visione grafica e concettuale presente nelle creazioni di Marco Biagioni e Massimo Orsini ci invitano al raccoglimento, alla meditazione, alla sospensione, fra forma e segno, condizioni espresse anche nell’opera video di Marco Raffaele.
L’opera realizzata su tela da Olinsky si presenta a noi nelle forme di un paesaggio d’Oriente attraversato da una figura posta su di una gondola dove il registro dell’ironia non è disgiunto dal lirismo poetico ed evocativo, presente anche nel dipinto di Pier Tancredi De-Coll’ che fissa la figura di d’Annunzio in un interno rosso dove emerge una antica scultura cinese in forma d’elefante, memoria degli oggetti orientali presenti al Vittoriale. Maurizio Pometti segue un registro simile, realizzando un’opera su carta di grande lirismo dal titolo E se mi addormentassi: una figura femminile presente nella collezione d’arte cinese, una dea che dorme alla quale d’Annunzio era molto legato. Nella forma di una linea appare invece la scultura creata da Giuliano Cataldo Giancotti dal titolo Il Palazzo, memoria delicata che ci riporta in Cina di fronte al Palazzo imperiale di Pechino.
La mostra D’ANNUNZIO E LA CINA realizzata negli spazi del Vittoriale degli Italiani (testimoniata all’interno di questo catalogo) rappresenta per noi un viaggio polifonico fra Oriente e Occidente, capace di raccontare attraverso le voci degli artisti cinesi e italiani, le suggestioni della poesia che il grande poeta ha difeso, nel canto della vita e dell’arte.
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