Guido Celli “Trilogia della cicatrice”
Guido Celli va in scena con “Trilogia della Cicatrice” (45/50 minuti + dialogo con il pubblico), performance per voce sola, il 25-26-27 gennaio a Pavia, VIgevano e Milano.
Una narrazione per voce sola in tre atti tratta dalle opere di Guido Celli.
Con “Trilogia della Cicatrice” la famiglia, istituzione sociale basata sulle più secolari e pervicaci astrazioni ideologiche, è ridotta alla pura essenza di rapporti di forza fondati istituzionalmente sulla violenza e sull’amore per la violenza. Ecco, sono questi rapporti di forza il tema poetico della “Trilogia”: sono rapporti di forza messi a nudo, decostruiti, capovolti e sublimati.
Dopo la performance è previsto un intenso e sincero dialogo con gli ascoltatori che, ribaltando la prospettiva scenica del monologo, diventano co-protagonisti del proprio e altrui vissuto, sentito e sperato. Il dialogo post performance è imprevedibile e si costruisce insieme all’uditorio, nascendo da domande o da considerazioni inschematizzabili. Di norma si parte ragionando su come l’Arte (e la Poesia nello specifico) inneschi innegabili risorse in chi la pratica e rechi un effetto balsamico e benefico alle ferite di chi la esercita, fruisce, opera, fino ad arrivare a toccare le più profonde radici della questione familiare e della ferita sociale.
Era solo un ragazzo, Madre materno e Specchio sorella (Sensibili alle foglie edizioni, Roma, 2019/2020/2021).
In nido alla famiglia avviene la prima ferita che il poeta figlio deve ricucirsi dentro, nascendosi ancora, en abyme, dall’utero delle proprie risorse.
Il rapporto violento fra padre e figlio accade fra le fiamme vive del patriarcato, nell’incendio ripetuto della violenza e del suo amoroso requiem, ma al contempo, in un contesto dialettico di offerta pedagogica indubitabile.
Il materno giunge così come una benda, una garza, un balsamo del tutto immeritato, incondizionato. È la benedizione del sì, il dono assoluto.
Nell’immagine della sorella, riflessa in un doppio gioco di specchi, il poeta figlio condivide a giacimento il dolore avuto e veduto. In fusione sororale.
Guido Celli, poeta e performer, nasce a Roma nel 1979. Ha collaborato con diversi artisti fra cui Flavio Giurato, Joe Lally, Arash Irandoust e Daniele Aristarco. Dopo aver lavorato come facchino, magazziniere, manovale ed essere stato pugile, gira l’Italia mettendo in corpo e in voce i suoi poemi, le sue performance per voce sola. Con Caterpillar porta in scena la pièce Era solo un ragazzo (Per una pedagogia dei padri in poema) e lo spettacolo Sem Plumas – Poesia carnale. È la voce del gruppo spoken word Cor:unedo, il curatore della sezione poetica della rivista “L’Almanacco de La Terra Trema” e il fondatore della casa editrice Sem Plumas.
Bibliografia
2023: il poema “Desiderio” (Tic, Roma)
2023: il poema “C’è un cielo che vola in cielo, Celeste” (Musicaos, Neviano)
2021: il poema “Pietra Madre” (Ferula Ferita/Verso Sud, Altamura)
2021: il poema “Camera d’Oriente” (Tic Edizioni, Roma)
2021: il poema “Specchio Sorella” (Sensibili alle foglie, Roma)
2020: il poema “M’ha detto Rachele” (Sem Plumas, Roma)
2020: il poema “Madre Materno” (Sensibili alle foglie, Roma)
2020: il poema “Le spalle d’oro” (‘round midnight, Campobasso)
2019: il poemetto “Desiderio.Excerpta” (Sartoria Editoriale, Catania)
2019: il poema “Era solo un ragazzo” (Sensibili alle foglie, Roma)
2009: la prosa poetica “pragerleben” con Daniele Aristarco (EditoriViktor, Anguillara) 2008: il poema “Tutte le cose con frutta” (Edizioni Nuova Cultura, Roma)
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