Marialuisa Tadei – Leggero e Sublime
Marialuisa Tadei
Leggero e Sublime
a cura di Anna Caterina Bellati
in collaborazione con Rubens Tola
vernice
17 Aprile 2024
ore 18
Hotel Aquarius
Campo S. Giacomo da l’Orio
1624 Venezia
Durata della mostra
18 Aprile > 24 Novembre 2024
Leggero e Sublime
Di Anna Caterina Bellati
Ogni opera d’arte, specie se tridimensionale, di per sé riempie uno spazio nudo. In metafora questo corrisponde al bisogno umano di colmare il Vuoto. Nell’urgenza di rispondere alle domande teoretiche chi sono, da dove vengo, perché sono qui?, la scultura impiegando il concetto di simmetria, o suggerendo la similitudine con il reale, fin dai tempi antichi si pone nel mondo come esperienza di creazione e prova a fornire delle risposte.
A tale necessità adempiono anche i lavori di Marialuisa Tadei che aggiunge al tema del realizzare un oggetto prima non-esistente, quello dell’attesa. L’aspettativa di un evento che indaga l’enorme possibile racchiuso in ciascuno di noi.
L’artista riminese, sviluppando una statuaria di forme organiche, costruite a tutto tondo, è in grado di evocare le forze naturali di cui è intriso l’esistente, arrivando a contemplare l’Estetica del Sublime.
Alla fine del XVII secolo, rileggendo il trattato attribuibile al Longino (retore del III secolo d.C.), Boileau definiva l’inclinazione al Sublime come qualcosa che “innalza, rapisce, trasporta”.
Un’idea che introduce un elemento perturbatore, esporsi al sentimento contro la fredda ragione, suggerendo in filigrana la capacità del cuore di respirare verso l’alto. La Natura diventa così la regola alla base di ogni manufatto artistico e, come annota Kant nella Critica del giudizio (1790), ciò concerne qualcosa di “assolutamente grande”, vale a dire ‘grande’ oltre ogni eventuale confronto.
Durante il suo percorso Tadei ha manifestato la propria volontà artistica, oltre che nella scultura, in altre forme creative, dalle installazioni ai mosaici, dalle fotografie impresse su Dibond alla poesia degli acquarelli. Ma sempre, sottesa, c’è la ricerca dell’elevazione.
La mostra ospitata all’Hotel Aquarius in qualche modo è connessa con l’infinito e le sue propaggini, di cui fanno parte sia la Leggerezza che -appunto- il Sublime. E questo accade attraverso diversi passaggi nella storia personale della Nostra artista.
Il suo lavoro immaginativo e lirico si avvale di una serie di meccanismi riconducibili a quattro categorie fondamentali: il neoplasticismo, il biomorfismo, l’equilibrio, l’armonia perfetta. L’obiettivo è arrivare a una depurazione plastica che permetta di reinventare la forma. Anzi, le forme. Nelle scelte di un artista la logica non ha spazio né alcun potere. Si tratta di operazioni libere che si fanno e si disfano mentre si lavora. Viene in mente Arp e le sue opere intitolate Oggetti disposti secondo le leggi del caso. Come diceva Pascal, “Il cuore ha ragioni che la ragione non comprende”. Così l’estro possiede la materia e, vivificandola, la trasforma in altro. E qui si pone il tema importante dei materiali che Tadei impiega. I marmi policromi, gli onici variegati da venature incredibili, bianchi, azzurri, verdi e nocciola, gli alabastri. Con queste pietre difficili da lavorare ma ricche di sfumature, crepe interne, vuoti e pieni, nascono le sue sculture aeree, leggiadre eppure solidamente collocate nell’aria che le ospita. La sua plastica contiene un alito come di vento e si muove serena nel proprio continuo sinuoso divenire. Perché le mani di Tadei guardano a qualcosa che va oltre lo sguardo fugace di chi osserva e poi va via. Indicano sempre e comunque il Cielo. Del resto la ricerca dello spirito si evidenzia nelle opere di artisti potenti, pochi. Come si è detto Arp, Brancusi e Giacometti, nato tra le mie montagne. Questa scultrice, da molto tempo, lavora assiduamente nel loro solco.
©Anna Caterina Bellati
Venezia, Primavera 2024
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